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Aree di intervento

PRINCIPALI AREE TRATTATE

ANSIA

L’ ansia è un’emozione primaria, fondamentale ed automatica. Potremmo definirla come la “sorella minore” della paura ed entrambe sono necessarie alla sopravvivenza poiché ci segnalano situazioni di pericolo. 
Ansia e Paura non sono di per sé emozioni negative: è grazie alla paura che la gazzella fugge dal leone per salvarsi la vita! Tuttavia, se prendono il sopravvento, possono diventare invalidanti anziché utili all’individuazione di strategie funzionali per la risoluzione dei problemi.

I sintomi più comuni di uno stato di ansia sono:

  • tachicardia
  • sudorazione
  • nausea e disturbi dell’apparato digerente;
  • fiato corto e difficoltà respiratorie;
  • tremore;
  • xerostomia o secchezza delle fauci;
  • sensazione di panico;
  • pensieri ossessivi;
  • evitamento;
  • paura per la propria salute;
  • paura di morire;

Il mio compito nel trattamento dell’ansia è quello di aiutarti a decifrare le origini del tuo malessere, fornirti nuove chiavi di lettura che ti permettano di gestire l’ansia in modo funzionale affinché tu possa raggiungere nuovamente i tuoi obiettivi utilizzando al meglio le risorse di cui già disponi.

ATTACCHI DI PANICO

L’attacco di panico è la forma più acuta ed intensa di ansia e si manifesta spesso in situazioni o momenti particolarmente stressanti e/o intensi: la paura ed il disagio possono comparire improvvisamente ed arrivare in pochi minuti a picchi talmente elevati da provocare, indipendentemente dalla durata, la sensazione intensa di morire.

Potresti aver vissuto un attacco di panico, se hai sperimentato
almeno quattro dei seguenti sintomi:

  • palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia;
  • sudorazione
  • tremori;
  • sensazione di soffocamento;
  • dolore o fastidio al petto;
  • nausea o disturbi addominali;
  • sensazioni di vertigine, instabilità o svenimento;
  • brividi o vampate di calore;
  • sensazioni di torpore o formicolio;
  • sensazione di distacco dalla realtà o da sé stessi;
  • paura di perdere il controllo o di impazzire;
  • paura di morire;

L’obiettivo primario della terapia contro gli attacchi di panico è quello di aiutarti innanzitutto a recuperare la libertà di muoverti in autonomia ed ottenere un senso di padronanza sul panico.

STRESS

Il termine Stress fu impiegato per la prima volta nel 1936 dal medico austriaco Hans Selye. Questi lo definì come “la risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta proveniente dall’esterno”. In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte:

  • Fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli;
  • Fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste;
  • Fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.

In base alla durata dell’evento stressante, si parla di:

Stress acuto

che si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato

Stress cronico

quando lo stimolo è di lunga durata

Analogamente all’ ansia e alla paura, anche lo stress di per sé può essere positivo (tecnicamente si parla di Eustress) perché è quella spinta adrenalinica che ci permette di mettere in atto le nostre capacità di problem solving. 

I sintomi più comuni che denotano uno status di stress elevato sono:

  • Mal di testa;
  • Mal di testa, collo e spalle;
  • Dolore allo stomaco;
  • Tachicardia;
  • Sudorazione delle mani;
  • Extrasistole;
  • Agitazione e irrequietezza;
  • Problemi del sonno;
  • Stanchezza;
  • Vertigini;
  • perdita di appetito;
  • acufene

DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS

Secondo il DSM-IV-TR, APA 2000 (“Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, redatto dalla APA, l’American Physchiatric Association) il Disturbo Post Traumatico da Stress si sviluppa in seguito all’esposizione ad un evento stressante e traumatico che la persona ha vissuto direttamente, o a cui ha assistito, e che ha implicato morte, o minacce di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri. La persona che subisce l’evento sperimenta paura intensa, senso di impotenza e/o orrore.

I sintomi del Disturbo Post traumatico da Stress possono insorgere immediatamente dopo il trauma ma anche a distanza di alcuni mesi, e possono essere raggruppati in tre categorie principali:

  • Il continuo rivivere l’evento traumatico: l’evento viene rivissuto persistentemente dall’individuo attraverso immagini, pensieri, percezioni, incubi notturni;
  • Evitamento persistente degli stimoli associati con l’evento o attenuazione della reattività generale: la persona cerca di evitare di pensare al trauma o di essere esposta a stimoli che possano riportarglielo alla mente. L’ottundimento della reattività generale si manifesta nel diminuito interesse per gli altri, in un senso di distacco e di estraneità;
  • Stato di iper attivazione persistente come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, difficoltà a concentrarsi, iper vigilanza ed esagerate risposte di allarme.
Il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress richiede necessariamente un intervento psicoterapeutico, che faciliti l’elaborazione del trauma fino alla scomparsa dei sintomi d’ansia. A questo fine si è rivelato particolarmente utile l’EMDR.

DISTURBI ALIMENTARI

Secondo la classificazione del DSM-IV-TR (“Manuale Diagnostico Statistico delle Malattie Mentali”), i disturbi alimentari si dividono in:

  • Anoressia;
  • Bulimia;
  • Disturbi alimentari non-altrimenti specificati (in particolare il cosiddetto disturbo da alimentazione incontrollata, o Binge Eating Disorder).

Recentemente, inoltre, sono stati individuati alcuni “nuovi” disturbi alimentari che non rientrano nella classificazione ufficiale suddetta, tra cui la vigoressia (o bigoressia), la ortoressia, la pregoressia e la drunkoressia.

I disturbi alimentari sono causati e mantenuti da caratteristiche convinzioni disfunzionali che ne identificano un nucleo psicopatologico comune:

  • Convinzioni distorte su cibo e alimentazione;
  • Convinzioni distorte sul peso;
  • Convinzioni distorte sulla forma del corpo;
  • Atteggiamenti auto prescrittivi riguardo il cibo;

Tali idee interagiscono con altre caratteristiche individuali e familiari,
quali il perfezionismo e la dimensione del controllo, pertanto durante il lavoro insieme cercheremo dapprima di capire come si è sviluppa-
ta la patologia e poi lavoreremo per rompere gli schemi patologici al fine di ripristinare una realtà funzionale che includa sia il rapporto
con il cibo che, soprattutto, con te stesso.

DEPRESSIONE POST PARTUM

Nei giorni immediatamente successivi al parto, oltre il 70% delle donne sperimenta e manifesta sintomi associabili a una leggera depressione, il così detto “baby blues”, con riferimento allo stato di malinconia che caratterizza il fenomeno; tali sintomi scompaiono in breve tempo e non necessariamente si trasformano in un vero e proprio disturbo. La vera e propria depressione post-partum o depressione post-natale (DPN), colpisce invece circa il 10-20% delle donne nel periodo immediatamente successivo al parto, ed i sintomi, possono durare anche per molti anni, con conseguenze più o meno dirette sulla madre ma anche sul figlio e sull’intero nucleo familiare.

I sentimenti più comuni che caratterizzano la DPN sono:

  • Tristezza;
  • Senso di colpa;
  • Ansia;
  • Senso di inutilità;
  • Difficoltà a concentrarsi;
  • Difficoltà decisionali;
  • Disturbi del sonno e dell’appetito;
  • Pensieri suicidari o di morte;
  • Perdita di interessi e mancanza di energie;
E’ quindi fortemente consigliabile intraprendere tempestivamente un percorso di psicoterapia che possa aiutarti a superare i sintomi della depressione post-partum e riportarti nella condizione di poterti godere a pieno la nuova condizione di vita.
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